Domande e risposte

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Come viene diagnosticata la Malattia di Crohn?

La malattia viene diagnosticata mediante esami del sangue, esami delle feci e indagini strumentali (endoscopia/colonscopia) per esaminare lo stato della mucosa intestinale e prelevare campioni di tessuto da analizzare. E’ possibile che siano necessari anche esami strumentali come un’ecografia o la risonanza magnetica, che sono utili per studiare al meglio la localizzazione della malattia e verificare la presenza di eventuali complicanze. Questi esami, per quanto modestamente invasivi, possono essere eseguiti come prestazioni ambulatoriali o nella maggior parte dei casi, essere effettuati nel corso di un ricovero; e che generalmente sono eseguiti con l’ausilio di anestetici.

È vero che lo stress influisce sulla Malattia di Crohn?

Lo stress non è una causa diretta della malattia, tuttavia può contribuire a riattivarla determinando una riacutizzazione dei sintomi. Ciò non vuol dire che le persone con MdC debbano evitare di confrontarsi con situazioni impegnative o difficoltà; quello che è fondamentale è imparare a gestire lo stress e fronteggiare con le proprie risorse le situazioni difficili anziché subirle passivamente. A tal fine possono essere di aiuto:

  • metodi di rilassamento (es. Training Autogeno)
  • biofeedback
  • sostegno psicologico
  • attività fisiche/sportive (non agonistiche).

Dalla Malattia di Crohn si può guarire?

La MdC è una malattia cronica, questo vuol dire che la persona che ne è affetta dovrà convivere con essa per tutta la vita. Ciò non vuol dire però “stare male” a vita: nella malattia si alternano infatti fasi acute e fasi di remissione che possono prolungarsi sempre di più grazie alla terapia medica e ad un appropriato stile di vita.

La Malattia di Crohn è ereditaria?

Si osserva una certa familiarità per tale patologia la cui incidenza risulta essere superiore in coloro che hanno almeno un parente di primo grado che ne è affetto. Ad oggi, non ci sono però evidenze a sostegno di una ereditarietà della MdC.

Il fumo e l’alcol sono vietati nella Malattia di Crohn?

Il fumo è uno dei maggiori fattori di rischio per la MdC. Vi sono infatti dati che dimostrano che il fumo, anche passivo, oltre ad aggravare la patologia, aumenta anche il verificarsi di complicanze che possono rendere necessario il ricorso alla chirurgia. Anche l’alcol è da limitare/evitare poiché in grado di peggiorare i sintomi della malattia.

Si possono fare tatuaggi o piercing, se si soffre di MdC?

Non ci sono dati che neghino la possibilità a persone con Mdc di fare tatuaggi o piercing, fermo restando l’assoluta necessità del rispetto delle usuali norme igieniche. Alcuni farmaci normalmente prescritti per il trattamento della Malattia di Crohn indeboliscono le difese immunitarie dell’organismo; è pertanto necessario sapere che il rischio di contrarre infezioni è più alto nei pazienti con MdC e che le infezioni possono a loro volta peggiorare/riattivare la malattia. È però consigliabile effettuare il tatuaggio o il piercing nei momenti in cui la malattia è in fase di remissione e non sono in atto terapie immunodepressive.

Si può praticare sport quando si è affetti da Malattia di Crohn?

Le persone con Malattia di Crohn non solo possono fare sport, ma l’attività fisica è anche consigliata per gestire lo stress e migliorare il proprio tono dell’umore. Come per altre attività, può essere tuttavia opportuno limitare o interrompere la pratica sportiva nelle fasi acute della malattia.

Bibliografia

https://amiciitalia.eu/categorie/la-malattia-di-crohn [ultimo accesso Novembre 2023]

Sexton K.A., Walker J.R., Graff L.A., Bernstein M.T., Beatie B., Miller N., Sargent M., TargownikL.E.“Evidence of Bidirectional Associations Between Perceived Stress and Symptom Activity: A Prospective Longitudinal Investigation in Inflammatory Bowel Disease”. Inflammatory Bowel Disease 2017;23(3):473-483.

Targownik L.E., Sexton K.A., Bernstein M.T., Beatie B., Sargent M., Walker J.R., and Graff L.A. “The Relationship Among Perceived Stress, Symptoms, and Inflammation in Persons With Inflammatory Bowel Disease”. American Journal of Gastroenterology 2015; 110(7): 1001-12.

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